Maledetta spalla
Ci prepariamo alla traversata dalla Sardegna alla Sicilia, da Capo Carbonara a Marettimo.
Ecco finita la nostra settimana, quella solo per noi. Non scriverò molto di più di questi nostri giorni, delle emozioni, delle chiacchiere, dei posti meravigliosi che abbiamo visto, anche se questi e altri pensieri, come la scomparsa di Riccardo e la ferita che mi porto dentro, fanno parte a pieno titolo della storia da raccontare di questo viaggio.
Torniamo in porto alle 13:00, devo essere a Cagliari per le 16:00 dove mi aspetta la “mia” dottoressa per l’infiltrazione alla spalla. Prenoto un taxi che dal marina di Villasimius mi porta in paese, alla fermata del pullman e da qui, lungo la strada costiera, fino a Cagliari. Arrivo puntualissimo allo studio della dr.ssa D’Aquila. Lo studio è nuovo, appena arredato, pulito ed efficiente e lei è di una disponibilità eccezionale. Avercela a Roma! La spalla fa male, è un mese ormai che alcuni movimenti sono dolorosissimi. Riesco a cazzare una cima ma faccio fatica a sfilarmi una maglietta. Dovrei tenerla a riposo ma non posso, ho una meravigliosa barca di quindici metri da portare!
Fatta l’infiltrazione “ecoguidata” a base di cortisone me ne vado con la sincera speranza di aver risolto il problema. Non tarderò a rendermi conto che è stata un’illusione, non ho risolto nulla.
Dal finestrino del pullman, mentre faccio in senso inverso la strada per Villasimius, osservo la costa e penso che il panorama del mare visto dalla terra è altrettanto affascinante di quando si osserva la terra guardandola dal mare. Questa frase può sembrare un’eresia per un marinaio, ma vedere entrambi i punti di vista è come completare il puzzle del perché nei tempi antichi i popoli sceglievano di costruire i loro insediamenti in un punto piuttosto che in un altro della costa.
Arrivo a Villasimius e trovo Loredana ad aspettarmi alla fermata del bus. E’ appena uscita dal parrucchiere ed è splendida: canottiera turchese, gonna corta bianca, abbronzata ed è bellissima! Lei mi piace sempre, anche quando dopo giorni e giorni di navigazione i capelli sono increspati, la pelle è piena di sale e abbiamo quello strano aspetto da naufraghi. Sarà per questo che ogni tanto un “restauro” da cittadina colpisce ancora di più quell’angolino perverso e innamorato del mio cervello.
Domani è il mio compleanno, lo festeggeremo già da questa sera insieme a Sandra al ristorante del porto “La Vela” dove eravamo già stati, ottimo il tonno rosso scottato con salsina di cipolle rosse e pistacchi. Il tonno è quello di alta qualità che, a causa Covid, non viene spedito in Giappone, almeno così dice lo chef.
Sandra mi ha regalato una bottiglia di Porto, molto bella e importante, un Graham’s 40 years old, peccato che a me il Porto non piaccia molto, ma è un regalo fatto con il cuore e questa è l’unica cosa che conta. Restando in questo ambito preferisco il Marsala Florio, Donna Franca Riserva, segnatevelo per il prossimo regalo di vini liquorosi. Segnatevi anche il nome di “Donna Franca” ne riparleremo più avanti quando arriveremo a parlare della storica Tonnara Florio di Favignana.
Ma il top per me resta sempre il whisky torbato scozzese da scegliere tra il Lagavolin 16 anni, l’Oban 14 anni, il Talisker 10 anni, il Laphroaig 10 anni.
Cominciamo a preparare la quinta tappa del nostro giro del Tirreno a bordo della nostra Thien Hau, la tappa che il 25 luglio, domani, ci porterà dalla Sardegna alle isole Egadi in Sicilia. Il cuore della tappa sarà proprio la traversata notturna per poi goderci la bellezza delle isole.
Di seguito un estratto dell’articolo di Oubliettemagazine sulla “Carta di Navigare” di Gerolamo Azurri, la traversata dalla Sardegna alla Sicilia nel portolano della metà del 1500:
“Il Canale di Sardegna, è un ampio tratto di mare aperto che separa l’Isola di Sardegna dalla Tunisia e dalla Sicilia.
Come si può osservare dalle pilot charts del Mediterraneo, la corrente dominante proveniente dal Mar di Alboran scorre verso il Canale di Sicilia, ed una sua componente si biforca ed entra nel Mar Tirreno, mentre il vento predominante è il maestrale, seguito da ponente e grecale.
Questa corrente, ai tempi dell’Azurri doveva essere talmente intensa che nel pianificare la rotta da Capo Carbonara a Trapani, egli suggeriva di mantenere una prua vera verso Capo Zibibbo, in Tunisia (Sidi Ali el Mekki – Cap Tarf) per compensare lo scarroccio, oggi ridotto al minimo grazie alle moderne linee di carena, ai motori entrobordo e all’ausilio della strumentazione elettronica.
La traversata più breve da Capo Carbonara è quella verso Marettimo, nelle Isole Egadi, che dista 153 miglia circa. Con una barca a vela, si arriva agevolmente in 24-30 ore se si pianifica la navigazione con vento a favore. Le migliori condizioni si hanno con venti di grecale moderati, che muovono poca onda e consentono una andatura al traverso molto comoda e che aiuta a contrastare la corrente marina che proviene da Alboran, già citata dall’Azurri. Con il maestrale, più rafficato e che monta onda di poppa, la traversata può essere veloce, ma sicuramente meno confortevole.
Nelle prime 50 miglia, occorre prestare la massima attenzione al traffico commerciale dei traghetti da e per Cagliari, mentre a metà traversata non sarà difficile incrociare numerosi pescherecci d’altura.”
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