I venti, le andature e le vele
I venti
Nei racconti e nelle pagine del Giornale di Bordo 2020, spesso parliamo dei venti e di come vengono sfruttati attraverso l’uso e la regolazione delle vele. Quella che segue è solo una breve sintesi per aiutare il lettore nella comprensione elementare dei termini usati.
Iniziamo con i venti e la loro nomenclatura, quei venti che abbiamo incontrato, affrontato e usato come motore principale del viaggio. Troverete abbreviazioni come ad esempio SSE che significa Sud Sud-Est, oppure NE che significa Nord-Est. Questi termini indicano la provenienza del vento, ma i venti come tutti sapranno o avranno sentito dire, si identificano con nomi che hanno origini antichissime e che spesso, cambiano di zona in zona, secondo tradizioni e origini diverse.
E’ usuale prendere come riferimento la Rosa dei Venti, che per gli antichi greci era centrata sull’isola di Zante, per la tradizione romana al Centro del Mediterraneo.
Il vento è il movimento di una massa d’aria atmosferica da un’area con alta pressione (anticiclonica) ad una di bassa pressione ( ciclonica ).
Come possiamo vedere dall’immagine, ci sono ben otto venti che soffiano in Italia e questi cambiano nome a seconda della direzione da cui provengono. Le loro etimologie sono svariate, qui elenchiamo le principali.
TRAMONTANA – N: soffia da Nord. Etimologia incerta, forse deriva da una locuzione latina ( intra montes o trans montes, ovvero al di là dei monti ), o dal paese di Tramonti ( vicino ad Amalfi, i paesani costruttori delle prime bussole utilizzate in occidente ), o considerando il punto originale della Rosa (isola di Zante, in Grecia), indicherebbe i monti dell’Albania e del Nord della Grecia.
GRECALE – NE (o Greco, Bora ): viene dai settori Nordorientali, e dal punto originale della Rosa dei Venti, la Grecia.
LEVANTE (Oriente, o Euro ): soffia dai quadranti Orientali, sopraggiunge dal punto da cui ha origine, l’ Est.
SCIROCCO – SE (Garbino umido ): arriva da Sud-Est. Appellativo dalla Siria, ossia da dove proviene.
MEZZOGIORNO – S (Ostro ): sopraggiunge dalle zone Meridionali. Deriva dall’emisfero Australe da dove proviene (riferito al termine Ostro). E’ anche detto “Noto”, dal nome di un personaggio mitologico.
LIBECCIO – SO: giunge dai Sudovest. Si ritiene provenga dall’arabo “Lebeg” che significa portatore di pioggia. Viene chiamato anche Garbino sulle coste del Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo.
PONENTE – O ( od Occidente, Zefiro o Espero ): arriva da Occidente. Il suo appellativo deriva da dove ha origine.
MAESTRALE – NO: spira da Nordovest. Varie possibilità di etimologia, o perché spira direttamente su Roma ( Magistra mundi), o anche Venezia ( la via maestra dal porto di origine ), oppure perché è il “principale di tutte le correnti, il maestro della navigazione”.
Le andature
Le diverse andature. La freccia nera in alto rappresenta la direzione di provenienza del vento:
0. prua al vento
1. bolina:
– 1a: bolina stretta
– 1b e 1c bolina larga
2. traverso
3. lasco
4. e 5. gran lasco
6. poppa
Si definiscono andature i diversi modi di avanzare che un’imbarcazione a vela assume rispetto alla direzione del vento.
La propulsione nelle barche a vela è prodotta, in modo analogo alla portanza di un’ala, dalla differenza di pressione generata dal vento sulle due “facce” della vela. La diversa direzione del vento rispetto all’asse longitudinale dell’imbarcazione costringe i conduttori della barca a modificare la regolazione delle vele per meglio sfruttare la spinta del vento sulle vele.
Le vele
Parlerò solo delle principali vele o comunque solo di quelle al momento usate sulla nostra imbarcazione.
Cominciamo con il GENOA che sulla nostra Thien Hau è il motore principale della barca, a volte navighiamo solo con questa vela senza neanche aprire la randa. Il genoa è una vela triangolare issata tra l’albero e l’estremità della prua, è del tutto simile a un fiocco, con cui condivide la maggior parte delle caratteristiche salienti. La differenza sostanziale è data dalle diverse dimensioni: mentre il fiocco non oltrepassa, con l’angolo di scotta, l’albero verso poppa, il genoa si estende in lunghezza verso poppa, determinando una parziale sovrapposizione tra genoa e randa.
Come per il fiocco, il genoa consente di mantenere il controllo della prua dell’imbarcazione e contribuisce alla capacità dell’imbarcazione di bordeggiare (di risalire il vento), anche se con minor efficienza del fiocco, e maggiore difficoltà in virata. La presenza di maggiore superficie velica consente al genoa di essere versatile per andature intermedie, di bolina larga, al traverso e anche al lasco. Il nome genoa deriva dal fatto che si crede che questo tipo di vela sia stato usato per la prima volta in regata a Genova (Genoa, in inglese) e a Copenaghen nel 1926 da Raimondo Panario.
La RANDA è la vela principale armata su un’imbarcazione a singolo albero, mainsail in inglese, grand-voilè in francese.
La randa è la vela armata sull’albero, sostenuta ad esso mediante inferitura nell’apposita canaletta dell’albero oppure, come sulla nostra Thien Hau, è avvolta all’interno dell’albero stesso. La base della randa è mantenuta tesa dal boma.
In condizioni di normale navigazione la randa viene usata per risalire il vento in combinazione con il fiocco o con il genoa.
La TRINCHETTA è il nome generico di una vela murata (fissata) tra l’albero e il punto di mura di prua; ha una superfice inferiore a quella di un fiocco e viene armata di solito con un paranco. Viene usata quando il vento è molto forte e il genoa farebbe sbandare troppo l’andatura della barca. Ha un avvolgitore a rullo continuo, cioè a circuito chiuso (non come il genoa che ha un avvolgitore a circuito aperto). E’ realizzata con tessuto spesso per resistere alle forti raffiche di vento. Da non confondere con la tormentina, vela ancora più piccola e con un tessuto di spessore ancora maggiore montata direttamente sullo strallo di prua.
Il GENNAKER (termine creato dalla fusione di genoa e spinnaker) è una tipologia di vela studiata per essere utilizzata nelle andature portanti, quindi trova il suo impiego nelle andature che vanno dal traverso al gran lasco. È molto simile allo spinnaker ma ha la particolarità di avere una superficie asimmetrica e di non usare il tangone in quanto potrebbe essere fissato (in gergo murato) a un bompresso oppure semplicemente a prua.
Il gennaker viene impiegato con andature portanti e vento leggero e in queste condizioni dà risultati migliori del genoa poiché la sua forma gli permette di fungere da ponte fra le prestazioni del genoa e quelle dello spinnaker. Infatti il genoa fornisce la massima spinta portante quando il vento apparente è compreso fra i 35 e 60 gradi; lo spinnaker invece raggiunge la massima spinta con vento apparente compreso fra 100 e 140 gradi.