Da Cala Moresca all’Isola di Mortorio e i “due mari”
Da Cala Moresca all’Isola di Mortorio e i “due mari”.
Lasciamo Cala Moresca e costeggiamo le altissime coste di Capo Figari, 10 nodi di vento da NE, procediamo a motore lungo la costa in direzione nord, entriamo nel golfo di Marinella e infine puntiamo sull’Isola di Mortorio.
Diamo fondo nella rada esposta a Ovest, da qui non si vedono le piscine e le mini spiaggette dell’isola, ma ci sono già stato e sono bellissime. Le poche barche presenti hanno ormeggiato davanti alla spiaggetta esposta a Sud.
Il posto è davvero magico e particolare. Esploriamo a nuoto ogni angolo, prendiamo il tender per tornare sull’isola con macchina fotografica e scarpette di gomma.
Qui i profumi della macchia si fondono con i colori incredibilmente saturi. L’Isola di Mortorio, a sud-est dell’Arcipelago della Maddalena, a meno di due miglia dalla costa tra Porto Rotondo e Porto Cervo, di fronte a Cala di Volpe, fa parte del “Parco Nazionale dell’arcipelago de La Maddalena“. Due splendide insenature, una verso sud, con una piccola spiaggia bianchissima da sogno. Una verso ovest con delle piscine naturali in cui nuotare. Marco e Gianni apprezzano molto le foto con la mia 5D MarkIII.
Salpiamo l’ancora alle 16:30 direzione Caprera, c’è poco vento e siamo costretti ad andare a motore. Arriviamo “ai due mari” di Cala Portese alle 19:00. Monto l’amaca a prua, c’è un bel tramonto e mi rilasso come solo su un’amaca montata sulla prua di una barca a vela si può fare.
“I due mari” è il nome con cui viene chiamata Cala Portese, una bella baia a sud di Caprera. Se si scende a terra sulla spiaggia, si possono fare due passi e vedere l’”altro mare”, quello interno dell’arcipelago de La Maddalena.
E’ giovedì 25 giugno, partiamo dai “due mari” alle 10:00, passiamo davanti a Cala Brigantino e poi Cala Coticcio, conosciuta anche come “Thaiti”, in effetti le rocce lisce, il colore dell’acqua, la vegetazione richiamano la Polinesia, ma è molto piccola e in piena stagione è talmente affollata che non si distingue molto. Qui troviamo un po’ di barche e avvistiamo per la prima volta il gommone della Guardia Costiera in Sardegna. Continuiamo senza fermarci, passiamo a nord di Caprera, poi viriamo a Ovest e infine entriamo nella Cala tra Santa Maria, Razzoli e Budelli. Questa è una delle baie più belle al mondo.
Caliamo il tender, monto il motore fuoribordo elettrico e ci godiamo questo angolo di paradiso, con le sue piccole calette. Arriviamo al piccolissimo approdo di Santa Maria dove c’è una casa e un ristorante nascosto tra la vegetazione. Lo scorso anno, proprio qui all’approdo, incontrai, senza sapere chi fosse, il proprietario della casa che con la famiglia stava sbarcando le provviste portate con un gozzo. Ero curioso di conoscere la storia di quella casa, provai ad attaccare bottone per chiedere informazioni ma il tutto si esaurì con una risposta telegrafica: “è la nostra casa” accompagnata da un simpatico sorriso. Ho sempre saputo che sull’isola c’è una villa di lusso, “la Casitta” che si può anche prendere in affitto, offrono anche il trasporto in elicottero direttamente dall’aeroporto. Ma non credo fosse la stessa del tizio con il gozzo, la sua è una casa modesta, almeno così sembra sbirciando dal piccolo molo. Per quanto possa essere considerata modesta una casa in un posto spettacolare come questo.
Silvia ha preso la mia macchina fotografica e scatta foto soprattutto a Gianni che si mette in posa volentieri. Gianni ed Silvia hanno “simpatizzato”, credo che Gianni sia un simpatico “cacciatore” seriale, un vero “sciupafemmine”, ma si comporta bene anche perché Silvia è troppo giovane, o forse no?
Sto leggendo “Sapiens – Da animali a dei”.
“Gli umani, al contrario degli altri mammiferi, escono dal grembo come la pasta di vetro dalla fornace. Possono essere rigirati, stirati e modellati con un sorprendente grado di libertà. Ecco perché oggi possiamo educare i nostri figli a diventare cristiani o buddhisti, capitalisti o socialisti, bellicosi o pacifisti.”
Yuval Noah Harari, Sapiens