Un’amica ha pubblicato un post con la canzone “i morti di Reggio Emilia” cantata dagli Stormy Six, qui in barca siamo arrivati a cantare gli Inti Illimani, chissà se devo preoccuparmi…. Siamo alla terza settimana, la tappa che parte da Tropea e finisce a Milazzo passando per le Eolie.
L’idea originale di iniziare navigando di notte per vedere “iddu” con le sue fiamme e zampilli viene abbandonata quasi subito. Per la boa della prima notte a Stromboli prenoto da Ando (335 8021375 ch 77) che però non mi da subito conferma e allora chiamo anche “Il Gabbiano”. Alla fine ormeggiamo dal primo anche se poi scopro che Ando è di “supporto” e che il campo ufficiale con boe luminose regolari, è proprio quello del Gabbiamo (chiamare Giovanni al 377 3899607). Il costo è 70,00 euro compreso il servizio tender.
A Stromboli non conviene dare fondo all’ancora, il fondale non è buon tenitore ma se il tempo è buono si può fare tenendosi a ovest del campo boe in direzione dell’approdo in circa 6-9 metri di fondo.
Passeggiando per il paese passiamo per la casa dove aveva alloggiato Ingrid Bergman ai tempi del film con Rossellini. Dopotutto il turismo qui è nato proprio dopo il film “Vulcano”: “Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma Città Aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.” (7 maggio 1948).
Nel pomeriggio avevo assaggiato la granita in un locale panoramico, “Ritrovo Ingrid”, nella parte alta del paese, davanti alla chiesa e mentre commentavo il sapore un po’ troppo acidulo della pesca ma allo stesso tempo esaltavo quello del gelso (che vitaccia devo fare ….altro che Stormy Six e Inti Illimani), vicino a noi, seduto sul muretto c’era un signore che dopo un po’ si alza e dice: “scusate se ho sentito quello che dicevate ma io sono il pasticcere che ha fatto quelle granite e posso spiegarvi perché la pesca era così, il problema è che non sono arrivate le tabacchiere che normalmente uso per le mie granite. ”Fantastico, comunque aveva sentito anche tutti i complimenti per gli altri gusti: mandorla, limone, gelso.
Intanto la capitana non si lascia sfuggire l’occasione di dare una sbirciata alla chiesa e proprio appena entrata sente il prete dire: “continuate pure voi, io devo prendere il traghetto, lo sapete, scusate. Ma continuate, vi prego….”
Così ammaliati dalla chiacchierata con il pasticcere, dalla bontà delle granite e dall’atmosfera del posto, abbiamo prenotato al “Ritrovo di Ingrid” anche per la cena. Ottima scelta: terrazza con panorama mozzafiato su Strombolicchio e vista sul campo boe dove aspettava Thien Hau ma soprattutto una cena di pesce squisita.
Il vulcano sbuffa in continuazione e la barca si riempie di fuliggine ma è normale, troveremo la stessa situazione a Taormina sotto l’Etna. Dopo Stromboli passiamo a Panarea dove diamo fondo tra gli isolotti di Bottaro e Lisca Bianca dove ci sono le bolle di eruzioni subacquee e infine andiamo ad ancorare a Cala Junco, non c’è ancora il pienone dell’alta stagione e si sta molto bene. Alle Eolie vengono spesso i barchini a portare gelati e granite. Una delle mie primo volte alle Eolie chiesi se era fatta con la frutta o con lo sciroppo, il tizio rispose: “Dottò, qui lo sciroppo lo usiamo solo per la tosse!”. Immaginatevi questa frase detta in siciliano.
Navighiamo a vela verso Salina dove imbarchiamo una nostra amica che è in vacanza sull’isola e che starà con noi un paio di giorni. La prima notte diamo fondo fuori il porto di Santa Marina poi facciamo il solito giro con colazione da Alfredo a Lingua, poi passando per Rinella e sosta a Pollara.
A Pollara, dopo un paio di ore, arrivano raffiche di vento tese e violente, cresce il mare e al momento di salpare l’ancora si incattivisce, non c’è verso di liberarla e devo scendere sott’acqua, saranno cinque metri, il problema non è la profondità. Non avevo messo il grippiale ma per come si era incastrata non sarei riuscita a liberarla neanche con quello. Faccio scendere un pò di metri di catena in più e la capitana al timone viene avanti con il motore allentando la tensione della catena e riuscendo anche a tenere la prua al vento nonostante le raffiche. Così dopo un paio di tentativi riesco a liberarla. Bravissima e bel lavoro di squadra.
Passiamo la notte alla spiaggia bianca di Pomice a Lipari. La Spiaggia Bianca deve il suo nome al colore del fondale marino, bianco per i sedimenti di pomice depositatisi in mare nel corso degli anni. Si tratta di una spiaggia spettacolare di sabbia costituita da una distesa di giacimenti di pomice, dalla quale partono dei caratteristici pontili che si allungano nel mare, un tempo usati per il trasporto sulle navi da carico del materiale estratto. Il mare è turchese ma il dissesto della vecchia fabbrica è un vero peccato. Il giorno dopo giriamo l’isola in senso anti orario, sosta davanti alla spiaggia di Attila, quello che vive qui in una specie di baracca.
La sera ormeggiamo a Lipari vicino al paese, al Marina Buona Fonda, decisamente meglio dello Yacht Harbur dello scorso anno.
Grazie all’auto della nostra amica attraversiamo l’interno dell’isola e riusciamo a vedere uno straordinario tramonto dal Santuario della Madonna delle Catene. Da questo punto la vista verso ovest è su Salina quindi non si vede la palla di fuoco del sole cadere sul mare ma lo spettacolo è unico.
Il giorno seguente dopo l’immancabile granita a colazione, ci muoviamo verso Vulcano con scalata sul cratere e poi di corsa a Milazzo dove mi aspetta Daniele l’elettricista che dovrà risolvere il problema del bagno degli ospiti dove non arriva più corrente. Prima dell’entrata in porto veniamo fermati dalla Guardia di Finanza, sono tutti molto gentili, gli mostro il verbale che avevamo già avuto dai loro colleghi di Tropea solo una settimana prima ma vogliono farne un altro. In entrambi i casi l’incontro finisce con saluti e scambi di battute e con la solita frase: “adesso se dovessero fermarla ancora mostri questo verbale e non faranno altri controlli…..”. Chissà perché non ci credo….
Una settimana alle Eolie fa sempre bene allo spirito, ormai le conosciamo molto bene, sappiamo quali sono gli angoli più preziosi e sappiamo quando andarci. Conosciamo meno bene l’interno delle isole e Lipari ma anche Salina sono un tesoro ricchissimo di cose belle da vedere e …. da assaporare. I problemi alla spalla sono rientrati definitivamente e questo grazie a Corinna Trisorio, la fisioterapista che a Roma ha toccato i nervi giusti per rimettere a posto la mia scapola. Grazie Corinna.